La Visualizzazione

Written by on 30/11/2020

Venticinque secondi alla fine della partita, mi capita tra le mani una palla che non doveva essere la mia, di solito in questi frangenti sono i giocatori “stranieri” che si devono prendere pesanti responsabilità. Stiamo perdendo di un punto contro Bologna, una delle favorite per la vittoria del titolo, di fronte ai nostri undicimila tifosi partenopei. Il tiro lo faccio io da otto metri, la palla entra, vinciamo di un punto, a quel tempo non esisteva ancora il tiro da tre punti…. pandemonium… con quella vittoria restiamo in gioco per la conquista del play off. Avevo immaginato quel tiro non so quante volte in quei mesi. Lo avevo sognato, lo avevo sperimentato in allenamento proprio come poi successe…. come doveva succedere…. perché niente capita a caso soprattutto se tu desideri profondamente qualcosa. A quel tempo non sapevo che se immagini qualcosa con tutto te stesso poi si realizza. Ho sempre fatto molta attenzione, prima da giocatore poi da allenatore, a quanto il mio rendimento fosse condizionato dai miei pensieri, erano sensazioni, ma non c’era consapevolezza. Molti anni dopo ho preso coscienza che se avessi conosciuto certi meccanismi avrei fatto meno errori e forse la mia carriera sarebbe stata differente… in meglio. Il Mental Coaching, le tecniche di allenamento delle capacità mentali hanno dato tutte le risposte ai miei perché.

Perché dopo aver fatto un’eccellente settimana di allenamento, il giorno della gara ero divorato dall’ansia e dalla tensione con conseguenze disastrose nella mia prestazione?

Perché per molti anni da allenatore, diciassette per la precisione, ho inseguito la vittoria di un campionato senza considerare che il vincere non era la cosa più importante? Non pensando che il percorso per arrivare ad una finale fosse la vera essenza del mio lavoro?

Tante cose nel percorso di Mental Coaching hanno trovato una spiegazione, ma soprattutto una collocazione, un ordine. Per questo avere incontrato il Mental Coaching è stato come ricevere un dono. Ma che senso avrebbe avuto tenere per sé il dono ricevuto? Fare il Mental Coaching ha significato condividere con gli altri questo dono. Il mio obiettivo è stato quello di portare la mia esperienza agli allenatori e agli atleti. Vorrei fermamente che gli altri possano ottenere il massimo sfruttando al massimo le loro capacità, evitando gli errori che io ho commesso. Prendendo coscienza di quanto sia potente la forza della nostra mente se incanalata e gestita con i giusti mezzi.

Tanti mi chiedono cosa sia il Mental Coaching, cosa significhi allenare le capacità mentali, cosa fa un Mental Coach? Molto semplicemente dico che il Mental Coaching sia la “missione” nel trasmettere le proprie esperienze, il proprio passato, il proprio vissuto.  Tutto ciò ha un valore assolutamente rilevante se supportato da ore passate a formarsi attraverso corsi o seminari e…. sporco lavoro sul campo.

Ps. A proposito di quel famoso tiro in quella partita, non fu un caso perché la stessa situazione capitò altre tre volte nel finale di quella stagione…. allora non sapevo che per arrivare a quel punto avevo usato una tecnica fondamentale nell’allenamento delle capacità mentali… LA VISUALIZZAZIONE!!!!

 

Fabio Fossati


Tagged as



Comments

Leave a Reply

Your email address will not be published.



Search