Strade alternative – Come affrontare gli ostacoli interiori: due approcci per ritrovare chiarezza e benessere
Written by Matteo Noè on 30/05/2025
Quando la mente è frammentata e perdiamo la direzione, ci troviamo in uno stato di entropia psichica. In questo articolo esploro due modi per affrontare le difficoltà interiori e trasformare gli ostacoli in occasioni di consapevolezza e crescita, condividendo anche esperienze personali che uniscono il lavoro manuale alla pratica del coaching.
Nella vita, personale o professionale, ci troviamo inevitabilmente a dover affrontare ostacoli. Alcuni arrivano all’improvviso, altri si insinuano lentamente, ma tutti hanno una cosa in comune: mettono alla prova il nostro equilibrio interiore.
Quando questo accade, può emergere uno stato di entropia psichica. È una condizione in cui la mente si frammenta, perde coerenza e direzione. Si fa fatica a mantenere la concentrazione, a prendere decisioni o a rimanere motivati. L’energia mentale – quella che normalmente dedichiamo ai nostri pensieri, scopi, desideri – si disperde. E così compaiono l’ansia, il disagio, la confusione. In poche parole, ci sentiamo persi.
Di fronte a questo tipo di crisi, le strade percorribili sono principalmente due. La prima è l’azione diretta: affrontare il problema, analizzarlo, riconoscere gli ostacoli che ci impediscono di raggiungere l’obiettivo e impegnarsi per superarli o rimuoverli. La seconda strada è più introspettiva. Consiste nel fermarsi, osservare il quadro nella sua interezza e domandarsi se l’obiettivo stesso sia ancora valido. A volte serve il coraggio di rimettere in discussione ciò che si dava per scontato e valutare nuove direzioni, nuove priorità, soluzioni alternative.
Immaginiamo un professionista convinto di meritare una promozione. Quando il ruolo va a un collega più vicino ai vertici aziendali, può scegliere di reagire cercando un confronto diretto, chiedendo spiegazioni, magari tentando di far cambiare la decisione della direzione. Ma può anche fare un passo indietro e riflettere su quale significato attribuisce a quella promozione. È davvero ciò che desidera? Vale la pena insistere o è il momento di aprirsi a nuove possibilità, magari in un altro reparto, in una nuova azienda, o dando più spazio alla vita personale?
Nel mio percorso ho imparato a muovermi con naturalezza lungo la seconda strada, quella della ricerca di alternative. È un’attitudine che mi appartiene da tempo, e che ho affinato prima con le mani e poi con la mente. In passato ho lavorato come meccanico, riparando moto. Quel lavoro mi ha insegnato il valore della precisione, ma anche l’importanza dell’inventiva. Le soluzioni non erano sempre scritte nei manuali: spesso era necessario ragionare, osservare da angolazioni diverse, tentare strade nuove.
Oggi non mi occupo più di meccanica per professione, ma continuo a sperimentare questa creatività nel quotidiano. Mi capita spesso di modificare o aggiustare oggetti di uso comune: elettrodomestici, attrezzi, dispositivi che magari funzionano come previsto dai progettisti, ma che non soddisfano del tutto le mie esigenze. In questi casi, mi piace trovare un modo per modificarli, migliorarli o semplicemente renderli più adatti al mio contesto. Anche qui, non seguo necessariamente istruzioni preconfezionate: preferisco ascoltare il problema e lasciarmi guidare da ciò che la situazione suggerisce.
Lo stesso approccio lo porto nel mio lavoro di Mental Coach. Quando una persona si trova bloccata davanti a un ostacolo, la incoraggio a non fermarsi alla difficoltà apparente, ma a guardare oltre. Non sempre la via più diretta è la migliore. A volte, esplorare percorsi alternativi porta non solo a una soluzione, ma anche a una maggiore comprensione di sé. In alcuni casi, il vero cambiamento non sta nel superare l’ostacolo, ma nel riconoscere che la strada che si stava percorrendo non è più quella giusta. E questa consapevolezza, spesso, è il punto di svolta.
Alla domanda “qual è l’approccio giusto?”, non c’è una risposta unica. Ognuno ha il proprio modo di affrontare le difficoltà, e ciò che funziona per una persona può non andare bene per un’altra. L’importante è che la risposta sia in sintonia con ciò che si è, con i propri valori, con il senso che si vuole dare alla propria vita. Aggrapparsi con forza ai propri desideri può portare sofferenza, soprattutto quando la realtà ci mette davanti a un esito diverso da quello sperato. Mantenere invece uno sguardo aperto e flessibile ci permette di accogliere il cambiamento e trasformare ogni ostacolo in un’occasione per crescere.
Ora, sta a noi scegliere!