Mindfulness, concentrazione e gestione della pressione: il raduno precampionato degli arbitri di Serie A1
Dal 19 al 21 settembre, nella cornice elegante dell’Hotel Villa Maria Regina a Roma, sede tradizionale di conferenze e raduni della Federazione Italiana Pallacanestro (FIP), si è svolto il raduno precampionato degli arbitri di prima categoria di Serie A1 e degli internazionali di basket. Un appuntamento che, come ogni anno, segna l’inizio della stagione agonistica e rappresenta un momento fondamentale non solo per l’aggiornamento tecnico, ma anche per la preparazione mentale degli ufficiali di gara.
Quest’anno, su sollecitazione del capo istruttore arbitri Luigi Lamonica, il raduno ha visto un contributo particolare: un intervento dedicato al Mental Training, pensato per arricchire la preparazione degli arbitri con strumenti nuovi e pratiche innovative. Per chi, come me, è abituato a lavorare con atleti e allenatori, il confronto con il mondo arbitrale si è rivelato sorprendente e stimolante. La disponibilità e la curiosità dimostrate dai partecipanti hanno reso l’esperienza unica: nonostante avessero già sentito parlare di molti degli argomenti trattati, raramente avevano avuto l’occasione di sperimentarli in prima persona.
Il seminario si è sviluppato attorno a tre momenti principali. Nel primo, il focus è stato la gestione dell’ansia, della pressione e dell’errore durante la performance. Per un arbitro, l’errore non è solo un rischio costante, ma anche un fattore che può influenzare profondamente la concentrazione e la credibilità. Imparare a riconoscerlo, accettarlo e “ripartire” mentalmente senza farsi travolgere dal peso della decisione è una competenza chiave per chi deve arbitrare ai massimi livelli. Attraverso esercizi di riflessione e simulazioni pratiche, i partecipanti hanno sperimentato tecniche utili per gestire i momenti di maggiore pressione.
La seconda parte ha riguardato la preparazione pre-gara, con particolare attenzione alla visualizzazione e alla costruzione di routine personali. Così come gli atleti hanno bisogno di entrare in campo con la giusta mentalità, anche gli arbitri devono saper creare uno stato di concentrazione ottimale, che li accompagni dall’ingresso sul parquet fino alla palla a due. Lavorare su rituali, immagini mentali e sequenze di azioni permette di sviluppare sicurezza e stabilità emotiva, due elementi decisivi quando si ha la responsabilità di dirigere una partita di Serie A o di livello internazionale.
Il seminario si è concluso con una sessione dedicata al recupero delle energie fisiche e mentali, attraverso tecniche di respirazione e body scan. È stato probabilmente il momento più intenso e coinvolgente: i 35 arbitri presenti, insieme ai 4 istruttori – tutti ex arbitri di grande esperienza – si sono sdraiati a terra per lasciarsi guidare in esercizi di mindfulness. Una scena insolita, forse mai vista prima in un raduno arbitrale, che ha permesso a ciascuno di sperimentare in modo concreto la forza del rilassamento guidato e della consapevolezza corporea.
Il silenzio della sala, interrotto solo dal ritmo del respiro, ha rappresentato la sintesi perfetta di un percorso che vuole integrare competenza tecnica e preparazione mentale. Perché arbitrare, al pari del giocare o allenare, è una performance: richiede lucidità, resilienza e capacità di rimanere presenti in ogni istante.
Questa esperienza a Roma ha confermato quanto il Mental Training possa essere un alleato prezioso non solo per chi scende in campo, ma anche per chi ha il compito di garantire il rispetto delle regole e l’equilibrio del gioco. Un passo in più verso una cultura sportiva in cui la mente e il corpo lavorano insieme, al servizio della performance e della crescita personale.