Costruire la Squadra Fuori dal Campo: La Mia Esperienza con i Ragazzi di Iseo Basket

Written by on 30/07/2025

L’estate è sempre stata, per me, un momento speciale nel percorso di crescita degli atleti. È quel periodo in cui si può lavorare con più calma e profondità, lontano dalle pressioni delle competizioni e dagli impegni scolastici. È il tempo ideale per migliorare non solo le capacità tecniche e fisiche, ma anche – e soprattutto – quelle mentali.

Lunedì 14 luglio ho avuto il piacere di guidare una sessione particolare, diversa dal solito, all’aperto, vicino a Iseo. I protagonisti erano un gruppo di ragazzi di 18 e 19 anni, in preparazione per entrare nella prima squadra dell’Iseo Basket, che parteciperà al campionato di Serie B interregionale.

In genere, nei camp estivi si lavora su resistenza, tecnica, coordinazione. Ma quel giorno, insieme, abbiamo fatto qualcosa di diverso: ci siamo messi alla prova come gruppo. Abbiamo costruito una squadra partendo dalle relazioni, dalla comunicazione, dalla fiducia.

Attraverso esercizi mirati, abbiamo esplorato temi come la collaborazione, la logica, l’importanza delle domande giuste e la definizione chiara degli obiettivi – sia personali che collettivi. Ho visto nei loro occhi nascere domande nuove, nei loro gesti un modo diverso di ascoltarsi, nei loro sorrisi la consapevolezza che anche il “fare squadra” può essere allenato.

Uno dei momenti più intensi della giornata è stato quello in cui ogni ragazzo ha messo a fuoco i propri obiettivi individuali e li ha poi messi in relazione con gli obiettivi comuni della squadra. In quel passaggio è emersa, in modo forte, una verità che per me è centrale nel Mental Training: il miglioramento del gruppo passa dal miglioramento del singolo. Ma solo quando ogni individuo comprende di essere parte di un progetto condiviso, quel miglioramento diventa reale, efficace, duraturo.

A guidarci è stata una domanda semplice: come possiamo diventare un gruppo capace di affrontare una stagione difficile, unito e consapevole?

La risposta non è arrivata da un esercizio solo, ma da un percorso fatto insieme, in poche ore ma con grande intensità. Abbiamo capito che lavorare sulla mentalità e sulla coesione non è un lusso o qualcosa da rimandare. È una base, un fondamento.

A conclusione della giornata, ho proposto loro un esercizio scritto, ponendo due domande. La prima: “Come volete essere ricordati al termine della prossima stagione?” Le loro risposte mi hanno colpito per semplicità e maturità: non hanno parlato di vittorie o classifiche. Hanno scritto che vorrebbero essere ricordati come un gruppo molto unito, dove ciascuno sarà impegnato ad aiutare i compagni, soprattutto quelli che vivranno momenti di difficoltà.

Alla seconda domanda – “Cosa dovete fare per essere ricordati così?” – hanno risposto con grande lucidità: conoscerci meglio, essere disciplinati in allenamento e in partita, e soprattutto crescere come persone, prima ancora che come giocatori.

Queste risposte dicono tutto. Dicono che c’è una squadra che sta nascendo, fatta di ragazzi consapevoli, pronti a prendersi cura gli uni degli altri. Per me, come Mental Trainer, questa è la base più solida su cui costruire ogni sfida sportiva. Perché le vere squadre si riconoscono non solo in campo, ma soprattutto fuori, quando scelgono di diventare prima gruppo, poi famiglia, e infine… squadra vera.




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