Il Dialogo Interno durante le avversità

Written by on 19/01/2024

Gestire il proprio Dialogo Interno non è sempre facile ed è decisamente difficile nel momento in cui si è costretti affrontare una grave avversità. In questo articolo vi parlerò di come ho gestito il mio durante una grave difficoltà che mi ha investito ultimamente e di come ho trasformato questo fatto, per me assai spiacevole, in una opportunità.

Pochi giorni fa ero pronto per partire alla volta di Trento, dove avrei dovuto tenere un seminario proprio sul Dialogo Interno, ma alzandomi da tavola sono caduto all’indietro battendo la testa contro il piano della cucina. L’impatto è stato violento e mi ha provocato una ferita lacerocontusa alla base del cranio con una cospicua perdita di sangue. In quel momento, mentre tutti intorno a me si agitavano, ho conservato la calma, cercando di rimanere lucido e focalizzato su quale fosse la mossa successiva da fare.

Mia moglie ha chiamato il 118 e mi hanno portato in pronto soccorso, dove dopo un’attesa di circa 3 ore con addosso lo scomodissimo collare cervicale, sono stato visitato e ricucito, ma non era finita e serviva una tac data la presenza di una scheggiatura del cranio, che avrebbe potuto evidenziare lesioni più profonde costringendomi ad un ricovero in ospedale. In quel momento, sapendo che i miei pensieri si sarebbero potuti avventurare nel futuro dipingendo scenari poco piacevoli, il mio obiettivo è stato quello di rimanere nel presente e di analizzare i fatti man mano che si presentavano.

Per restare nel Qui e Ora la mia strategia è stata quella di ripassare mentalmente la mia presentazione per la formazione di Trento. Per cui, ancora sulla barella in attesa della visita, chiudevo gli occhi visualizzando l’aula del capoluogo trentino e ripetevo a me stesso il mio discorso che avevo programmato di fare; questo ha permesso al tempo di trascorrere senza che nemmeno me ne accorgessi e di arrivare al momento della visita. Poi, mentre la dottoressa del pronto soccorso si preparava ad applicare la sutura alla ferita notava una preoccupante scheggiatura dell’osso, ritenendo necessaria una tac del cranio. Così avevo il mio “fatto” da analizzare e subito ho capito che sarebbe stato necessario un periodo, seppur breve, di osservazione che avrebbe impedito la mia partenza per il Trentino, che avrebbe dovuto avere luogo meno di 24h dopo.

Avevo preparato la lezione per giorni e non sarei potuto partire, ma non volevo che tutto il lavoro fatto andasse sprecato. La domanda era, come potevo evitare di sprecare il tempo dedicato alla preparazione e come potevo trarre un vantaggio dalla situazione in atto? Come, ancora una volta, potevo trasformare una difficoltà in opportunità? La risposta era la situazione stessa, stavo utilizzando il mio Dialogo interno per far fronte ad un accadimento molto spiacevole e avrei potuto spiegare questo al pubblico che avrei dovuto incontrare.

Ora era il momento di trovare la strategia per mettere in pratica il mio piano e la soluzione era a portata di mano: di lì a poche ore avrei potuto collegarmi con l’aula di Trento tramite il PC e avrei potuto esporre la mia presentazione, integrandola con l’esperienza che stavo vivendo.

In men che non si dica la tac era finita e stavo tornando in PS per aspettare il referto, ma ero carico e fiducioso anche perché nell’attesa e durante tutto il tempo trascorso dall’incidente nei miei pensieri avevo ripercorso gli avvenimenti della giornata: ero caduto mentre mi alzavo da tavola e mi giravo verso l’acquario che sta accanto al tavolo per un piccolo intervento ad una pompa dello stesso, ero caduto per essermi sbilanciato e per non essere riuscito a riacquistare l’equilibrio spostando indietro la gamba destra, era arrivata mia moglie che aveva chiamato il 118, erano accorsi anche i miei suoceri dal piano superiore, pochi minuti dopo era arrivata l’ambulanza con 4 soccorritori che mi ha portato in ospedale a Magenta e avevo addirittura riconosciuto la strada per arrivarci. Insomma, non avevo mai perso lucidità e non avevo mai registrato sintomi che potessero farmi pensare ci fosse altro oltre a ciò che si poteva vedere. Sarebbe andata bene!

E così è stato. Passata ancora una mezz’ora è arrivato il referto della tac ed era negativo, potevo tornare a casa e potevo mettere in pratica la mia idea.

Il lunedì ero online con i miei colleghi e con la classe a Trento ed ho presentato le slides che avevo preparato sulla mia esperienza con il Dialogo Interno, integrata con il racconto della mia avventura del giorno precedente, facendo quella che senza peccare di immodestia credo di poter definire una Peak Performance.

Ancora una volta il Dialogo Interno ed il Mental Coaching mi hanno salvato e mi hanno permesso di usare la mia mente come una importante risorsa, utile a trasformare una difficoltà in opportunità.

 

 

 


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