Recensione volume “Design your life” di William Burnett e David J. Evans, Mondadori, Milano, 2019.
A cura di Albertina Pretto
“Che cosa voglio fare della mia vita? Chi voglio diventare? Come posso trovare il coraggio di lasciare un lavoro che non mi dà più soddisfazioni e costruirmi un nuovo percorso? Quanti di noi si sono trovati almeno una volta a porsi queste domande? In mezzo alle infinite possibilità del mondo in cui viviamo, la maggior parte di noi si sente disorientata e incapace di capire che cosa desidera davvero” (p.2).
Attraverso la loro esperienza come innovatori della Silicon Valley e come docenti della Stanford University, gli autori di questo libro hanno elaborato un metodo per applicare il sistema di lavoro tipico del “design thinking” alla progettazione della propria vita, dalla carriera alla sfera personale.
Il metodo si fonda su cinque atteggiamenti mentali: curiosità, predisposizione all’azione (sperimentazione), riformulazione dei problemi, consapevolezza del processo e collaborazione radicale. Questi principi aiutano a superare convinzioni limitanti come l’idea che la laurea determini la carriera, o che sia troppo tardi per cambiare, stimolando invece la costruzione (o ricostruzione) del proprio percorso.
A tal fine, il volume illustra diverse tecniche utili (ad es. il brainstorming, la costruzione di una bussola personale, le mappe mentali, il reframing, le conversazioni e le esperienze prototipo, ecc.) e, tra queste, vi è il “diario dei momenti buoni”. Questo strumento incoraggia a registrare quotidianamente le attività che generano coinvolgimento ed energia (o, al contrario, le prosciugano). Mantenere traccia di questi momenti aiuta a individuare schemi ricorrenti, e a capire cosa funziona o meno nella propria vita. Ad esempio, Michael, un ingegnere civile, tramite il suo diario dei momenti buoni, scoprì di amare il suo lavoro quando risolveva problemi complessi, ma di sentirsi demotivato nello svolgere compiti amministrativi. Questa consapevolezza gli permise di riorganizzare il suo percorso professionale, concentrandosi sulle attività che lo energizzavano, arrivando a prendere un dottorato, specializzandosi in problemi complessi, e delegando ad altri gli aspetti più noiosi. Questo mostra come una semplice osservazione attenta possa portare a cambiamenti significativi anche senza stravolgere completamente la propria vita.
Un testo decisamente utile sia ai mental coach, sia a chi vuole intraprendere un percorso di crescita in modo autonomo.