Sport coach | School coach

Arianna Masu

Laureata in Scienze Motorie e dello Sport presso l'Università Cattolica di Milano nel 2012. Successivamente ho ottenuto l'abilitazione di Mental Coach presso la scuola MTI.

Mi piace vedere la mia professione di Mental Coach come un professionista che aiuta le persone ad allenare il pensiero e la comunicazione in modo più efficace.

Ho sviluppato il coaching in diverse aree, quella sportiva, quella scolastica, quella personale. L’obiettivo rimane però sempre lo stesso: aiutare a superare ostacoli mentali, che incidono negativamente sulla vita, con obiettivi di prevenzione oltre che di educazione alla gestione del proprio equilibrio mentale.

Progetti

Storia 1 - Jacopo

Dopo aver ottenuto la qualifica di Mental Coach, mi sono subito innamorata di questo nuovo mondo ed ho deciso di diventare Mental Trainer.

Durante i mesi di formazione mi sono occupata di un ragazzo di 16 anni, che per comodità oggi chiamiamo Jacopo.

Jacopo va molto bene a scuola, ottiene ottimi voti, frequenta il quarto anno di liceo scientifico e, come spesso accade, gli viene proposto di fare un anno all’estero. E’ un ragazzo molto attaccato alla famiglia e, pur capendo il grande valore che quella esperienza gli avrebbe potuto portare, ha paura di soffrire troppo la separazione dai suoi cari.

Dopo una breve conversazione con la mamma per spiegarmi la situazione, inizio ad incontrare Jacopo una volta a settimana. Già dalle prime sessioni emergono subito l’intelligenza e la generosità di questo ragazzo, ma contemporaneamente una grande insicurezza con una bassa autostima di sé stesso.

Il lavoro iniziale è stato quello di far avvicinare Jacopo al mondo del mental coaching e insegnargli alcune delle tecniche base, che poi gli sono servite per affrontare il futuro e comprendere pienamente l’importanza di quel progetto all’estero, valutare attentamente cosa gli avrebbe offerto e quali fossero state le conseguenze se non avesse accettato.

Già a metà percorso ha rinforzato, attraverso esercizi specifici, la sua autostima e la padronanza del suo dialogo interno fino ad arrivare a prendere la decisione di partire.

A distanza di anni sono ancora in contatto con lui; ogni volta, oltre a ringraziarmi per il percorso fatto insieme, mi sottolinea che grazie a quella esperienza, lui ha capito di poter affrontare anche sfide più grandi.

Storia 2 - S.

Negli anni mi sono specializzata anche nello School Coaching ovvero il mental coaching per i ragazzi in età scolare.

Tra i diversi studenti, che ho avuto la fortuna di seguire, vi voglio parlare di S.; ragazza di 14 anni, primo anno di liceo, primogenita di 4 figlie.

Come spesso accade, vengo contattata telefonicamente dalla mamma che mi ha raccontato brevemente la storia e mi dice che S., oltre ad essere alla ricerca di un metodo di studio, aveva dei blocchi mentali durante le interrogazioni.

Inizio le prime sessioni con la ragazza e subito prende confidenza con il mental coaching; incominciamo con semplici spunti di metodologia di studio, lavorando soprattutto sulla capacità di concentrazione. Quando iniziamo ad affrontare l’argomento “interrogazioni” emerge subito che il blocco è legato al dialogo interno, ovvero alla percezione che lei aveva di sé.

Attraverso le tecniche di visualizzazione, abbiamo rivissuto interrogazioni passate e immaginato interrogazioni future. Dopo molta pratica S. è riuscita a sboccarsi ed ottenere dei buoni voti anche durante le interrogazioni.

È la ripetizione delle affermazioni che ti porta a crederci e quella credenza si trasforma poi in convinzione profonda e le cose cominciano ad accadere.

Storia 3 - Vittoria

La testimonianza che vi voglio raccontare ora, parla di una pugile professionista che per facilità chiamiamo Vittoria.

Vengo contattata dalla sua società, mi raccontano di questa atleta di 35 anni che dopo anni di agonismo è arrivata a non voler più gareggiare, perché la sensazione di ansia era troppo alta.

Dopo un incontro informativo con lei, con la presenza del suo allenatore, decidiamo di fissare degli incontri settimanali durante i quali avremmo lavorato sul suo riavvicinamento al ring. Uno degli esercizi molto utilizzato con Vittoria è stato quello dei livelli neuro-linguistici, un percorso a tappe utili per la distruzione delle barriere.

Insieme ad altre tecniche di mental coaching siamo riuscite a gestire l’ansia pre-gara e a far tornare a gareggiare Vittoria.

Lei ha imparato che non bisogna eliminare le farfalle nella pancia, ma far sì che volino in formazione.

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